09 luglio 2011

Recensione "Primavera in Borgogna" di Luca Terenzoni

Titolo: Primavera in Borgogna
Autore: Luca Terenzoni
Pagine: 155 pagine
Prezzo: 14,50 €
Editore: Il filo

Francesco è un quarantenne che si è appena lasciato, a un passo dalle nozze. Una mattina di primavera, mentre passeggiando a San Gimignano cerca di riafferrare il senso della sua vita, incontra un signore francese con il quale entra subito in sintonia e che gli propone di lavorare per lui, presso la sua azienda vinicola in Borgogna. Quella per la Francia è una passione che Francesco ha sempre coltivato. Si trova quindi di fronte alla possibilità di realizzare veramente il sogno di una vita. Così lascia il suo lavoro e si trasferisce pieno di entusiasmo. Le sue aspettative sono subito appagate: il posto è splendido, la collega Ludivine affascinante, il lavoro interessante. Fino a quando, oltre i colori pastello di quel paesaggio così tipicamente francese, non cominceranno a emergere i segni di un passato inquietante che riguarda sia il suo datore di lavoro, sia la bella Ludivine, della quale si sta ormai innamorando. Una prova decisiva per Francesco che, in un crescendo di colpi di scena, riuscirà a portare luce nel passato della donna e nel suo presente. 

Recensione:
Qualche giorno fa mi ha contattato un giovane scrittore emergente, Luca Terenzoni, il quale ci ha chiesto se eravamo disponibili nel leggere e recensire il suo romanzo d’esordio “Primavera in Borgogna”. La trama era seducente e così ho accettato. E non mi sono assolutamente pentita della mia scelta.
Ma partiamo con ordine. Francesco Martini ha quasi 40 anni, una laurea in economia e commercio, un lavoro che lo appaga e una fidanzata che ama e che di li ha poco avrebbe dovuto sposare. Se non fosse che lei gli confessa di essersi innamorata di un altro, troncando così una storia di 14 anni. Il romanzo si apre con Francesco in preda alla disperazione per la fine del suo amore. Decide di recarsi a San Gimignano, posto da lui adorato, dove spera di trovare la serenità ormai perduta, ma in realtà non sarà un semplice giorno di relax…un incontro, infatti, gli cambierà la vita…
Punto forte del romanzo è la descrizione della natura: dai prati e colline toscane, alle immense distese di colza nelle campagne della Borgogna. Una descrizione così semplice, ma diretta che sembra quasi di ritrovarsi in questi luoghi. Personalmente sono un’amante della natura e della Toscana e non potevo non rimanere estasiata dalle descrizioni.
Altra nota spetta invece ai personaggi. Il protagonista è Francesco Martini. Il suo ruolo all’inizio è quello di un uomo disilluso e disperato, che non riesce a non ritrovare in ogni cosa che lo circonda un ricordo di Laura, la donna tanto amata che gli ha spezzato il cuore. Ma dopo un viaggio a San Gimignano e un pianto liberatoria decide di riprendere in mano le redini della propria vita. Dopotutto è un uomo interessante, piacente e che nutre molte passioni: viaggiare (soprattutto in Francia), studiare  lingue straniere e i vini. Degustare i vini è per lui una sorta di viaggio spirituale, un rito. Ed è proprio questa passione che gli permetterà di conoscere l’uomo-chiave della storia: Jean-Marc  Robin.
E poi ci sono 2 donne, che in un modo o nell’altro danno svolte decisive alla storia. La prima si chiama Ludivine, donna tanto schiva quanto sensuale, che non potrà non suscitare interesse in Francesco. La seconda è invece Karine Langain, moglie di Robin, che pur nell’ombra del marito, gioca un ruolo fondamentale nelle vicende narrate.
La scrittura. Come ho già accennato le descrizioni meritano 10 e lode. Anche le descrizioni degli stati d’animo sono ben espresse. Però durante la prima parte la storia non decolla, proprio per questo susseguirsi ridondante di analisi psicologiche dell’animo di Francesco, che rendono il racconto un po’ monotono. Ciò nonostante non riuscivo a staccarmi dal libro, dovevo leggere, c’era un qualcosa che mi attirava.
E l’attesa, come ben si sa, spesso viene premiata, come in quest caso. Dopo un po’ avviene la svolta, la narrazione riprende tranquillamente e il racconto va avanti.
Ma arrivata a metà libro un susseguirsi di eventi e colpi di scena mi ha letteralmente catapultata nel libro e la sera, nonostante la stanchezza per aver studiato fino a tardi, ho terminato (o meglio divorato) le 80 pagine restanti che mi hanno lasciata con il fiato sospeso fino all’ultimo “.”.
Per le prime 60 pagine pensavo che il voto finale sarebbe stato medio, invece dopo aver concluso il romanzo ho mandato un messaggio al mio fidanzato dicendogli: “Assolutamente un 4 e ½…” .
Il titolo è quanto mai adatto. Infatti è si un libro piccolo, come d’altronde lo è il periodo in cui si svolge tutta la vicenda (Questa mia ultima frase potrà sembrare incoerente, ma una volta letto il libro potrete verificare di persona che un senso ce l’ha).



Un libro consigliatissimo, dopotutto come si dice <<In botte piccola c’è il vino buono!>>. E questo proverbio è quanto mai perfetto per descrivere questo libro;-)
Buona lettura=)
Isy

1 commento:

  1. Ciao Isy! Ti ringrazio per la bellissima recensione :-D.
    Colgo inoltre l'occasione per invitare tutti i vostri lettori sul blog di "Primavera in Borgogna" www.primaverainborgogna.blogspot.com nel caso in cuo fossero interessati a leggere alcuni estratti dal libro. Vi aspetto! :-D

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