01 febbraio 2018

Classici da...libreria: L'abbazia di Northanger di Jane Austen

Buona lettura a tutti!


Titolo: L'abbazia di Northanger
Autore: Jane Austen
Pagine: 212
Prezzo: 9 euro
Editore: Garzanti

Trama

Una storia d'amore sboccia nella cittadina termale inglese di Bath tra un giovane e benestante pastore anglicano e la protagonista del romanzo, Catherine Morland. Creduta una ricca ereditiera, Catherine viene invitata dal padre del fidanzato nella residenza di famiglia, l'ex-abbazia di Northanger. Qui la protagonista vive, in uno scambio tra fantasia e realtà, banali eventi quotidiani alterandoli alla luce di immaginarie atmosfere di terrore, tanto da mettere a repentaglio il rapporto sentimentale appena nato. Celebrazione dei riti d'iniziazione sociale della borghesia inglese di provincia, quest'opera della Austin rappresenta una sottile parodia del romanzo sentimentale e soprattutto del romanzo gotico.

Finalmente, dopo anni che desideravo finire tutti i libri scritti della Austen (o almeno i più famosi), sono riuscita a leggere e ad apprezzare “L’abbazia di Northanger”.

La protagonista della storia è, come sempre, una giovane donna proveniente dalla campagna che sperimenta sulla sua pelle il brivido della scoperta e dell’avventura anche se non nel mio che aveva immaginato. Catherine, ha sempre vissuto con una famiglia numerosa e comportandosi spesso come un maschiaccio finché, arrivata la sua adolescenza è sbocciata ed è diventata una ragazza carina e di buon cuore. Il suo soggiorno a Bath con dei vicini e il suo successivo trasferimento nell’abbazia di Northanger, casa di nuovi amici, le aprono le porte del mondo.


Devo dire di aver apprezzato il romanzo, non tanto per la storia narrata che è abbastanza prevedibile e carina, ma soprattutto per gli interventi diretti della Austen. Mi spiego meglio. Sin dalle prime pagine del romanzo la Austen ironizza pesantemente su molti argomenti e situazioni tipici dell’essere donna a quell’epoca e inserisce queste sue poco velate critiche all’interno della storia. Questo suo criticare e ironizzare sui dialoghi e sulle situazioni femminili, fa comprendere come lei sia stata una donna eccezionale e molto fuori dal suo tempo. La Austen gioca su questa dualità di narratrice onnisciente/giudice e sulla semplicità e la bontà d’animo della sua protagonista, dando al libro una marcia in più che mi è molto piaciuta. Insomma, se da una parte c’è una donna che guarda con criticità al bon ton delle ragazze dell’epoca, dall'altra c’è Catherine che fa di ogni piccola esperienza un grande tesoro gioendo di ogni nuova amicizia frivola. Oltre a questo, la Austen inserisce anche delle recensioni indirette ai romanzi gotici delle altre donne scrittrici più in voga dell’inizio dell’ottocento. Sinceramente mi sono segnata un paio di titoli che mi hanno interessata.
Questa presenza, quasi ingombrante, della scrittrice è sicuramente il punto vincente del romanzo che, come ho detto prima, racconta una storia abbastanza semplice e“piatta”. Catherine, dopo una vita spensierata in campagna, si reca a Bath con dei conoscenti e qui fa la coscienza con diverse giovani dame e galanti gentiluomini. Si vengono a creare delle situazioni imbarazzanti per la ragazza che, dopo alcune settimane, decide di accettare l’ospitalità dei Tilney, fratello e sorella, che vivono con il padre in un’antica abbazia. Contagiata dalle letture gotiche, Catherine si aspetta di vivere un’incredibile avventura alla scoperta di passaggi segreti e tesori nascosti ma rimane piuttosto delusa. Si creano altre situazioni difficili dettate da invidie e gelosie e poi tutto si risolve in meglio. Come vedete il racconto non è nulla di particolarmente indimenticabile ma comunque mi è piaciuto e mi sono divertita parecchio a vivere nella mia mente la dualità dell’autrice. La parte che ho più apprezzato (oltre agli interventi della Austen) e che ho sentito molto vicina a me è quella relativa ai sogni ad occhi aperti della protagonista: lei è in grande fermento per la possibilità di abitare in un luogo così antico e carico di storia come l’abbazia e quindi lascia viaggiare la sua fantasia facendosi dei veri e propri film che la portano completamente fuori strada. Da lettrice sfegatata di romanzi storici, anche io certe volte lascio libere le redini della mia fantasia e quindi sono riuscita ad immedesimarmi nella protagonista, divertendomi enormemente.
Per queste ragioni ho deciso di assegnare 3 stelline e mezzo al libro che non sarà il più memorabile dalla Austen ma che comunque è degno di essere letto.

Lya

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